2 giugno e la Repubblica che vogliamo: solidarietà, partecipazione e giustizia

Posted on 2 giugno 2012 di

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[Pubblichiamo il comunicato del gruppo di iniziativa sociale eQual]

Il 2 giugno 1946 nasceva la nostra Repubblica, fondata sui valori della Resistenza, concretizzati e resi espliciti poi nella Costituzione repubblicana. Quegli stessi valori sono più che mai attuali, eppure, a settant’anni di distanza, stiamo assistendo ad una rimozione dei contenuti della Carta stessa.
Basta guardare all’Articolo 1 per rendersi conto che i valori fondanti della Repubblica sono stati neutralizzati e calpestati. “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.
Il 2 giugno è festa, ma c’è chi lavora lo stesso esclusivamente in nome del profitto altrui: le “riforme” del lavoro degli ultimi vent’anni hanno prodotto solo precarietà e sfruttamento.
Il 2 giugno è festa, ma la nostra democrazia vede al governo una compagine non eletta da nessuno.
Il 2 giugno è festa ma la sovranità popolare, ribadita con forza dai referendum sull’acqua bene comune dell’anno scorso, è stata completamente disattesa dalle istituzioni.
Lo svuotamento dei principi costituzionali da anni colpisce le fondamenta della democrazia in questo paese: dal rifiuto della guerra (art. 11) a quello delle discriminazioni(art. 3), fino ad arrivare al diritto al lavoro (art. 4) e all’istruzione (art. 34), passando per il diritto alla salute (art. 32) e la tutela del patrimonio artistico e ambientale (art. 9).
I colpi che cadono sull’articolo 1 annullano le conquiste democratiche dei lavoratori e della loro dignità, così come l’esproprio delle regole democratiche alimenta fratture tra le istituzioni e i cittadini, che si vedono negare ogni forma di partecipazione. Ancora oggi in piena crisi economica, le missioni militari “di pace” continuano e le spese militari aumentano e il 2 giugno, a Roma, andrà in scena per l’ennesima volta una parata militare che da sola costa più di due milioni di euro.
Questa non è la Repubblica che vogliamo!
Questo scempio non è immutabile: sta a noi, unite/i, riprenderci quello che ci è dovuto: per realizzare pienamente i valori della Repubblica e ricostruire una società comune fatta di solidarietà, partecipazione e giustizia.

eQual

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