#OccupyMantegna: punto della situazione e proposte per il futuro

Posted on 1 aprile 2012 di

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1° aprile: banchetto in piazza Mantegna

E siamo a due. Oggi per la seconda volta il divieto alle associazioni di cittadini e ai partiti di allestire banchetti e gazebo in piazza Mantegna è stato infranto dall’Associazione Civica Mantovana. Il giorno prima l’azione di disobbedienza civile era stata intrepresa da SEL. In entrembi i casi non si è palesata nessuna reazione né da parte del Comune, attraverso il corpo della Polizia Locale, né da parte della Questura.

 

L’analisi politica

La manifestazione dell'11 marzo

Dal punto di vista politico il “coordinamento” di comitati, gruppi, associazioni, partiti, che hanno  dato vita al presidio #OccupyMantegna (che d’ora in poi abbreveremo in #OM) dell’11 marzo scorso, ha dimostrato di essere in grado di far proseguire la mobilitazione per la riappropriazione della piazza, anche con azioni di aperta disobbedienza civile. Queste ultime si inseriscono in un complesso più variegato di pratiche, cartina tornasole della  eterogenea composizione del coordinamento, ma anche, e questo non è scontato, della maturata capacità di armonizzare metodi differenti per il raggiungimento di un obbiettivo comune: ecco quindi che dopo gli appelli lanciati attraverso i media locali con lettere e articoli si è passati agli incontri con la Questura (un cui dirigente ha esplicitamente affermato che la presenza dei banchetti delle associazioni di volontariato nelle piazze del centro storico non ha mai rappresentato e non rappresenta tuttora un problema) e con il Prefetto Ruffo (che invece ha consigliato di raggiungere un compromesso con la Giunta Comunale che riconosca le esigenza legate all’ordine pubblico e che contemporaneamente tuteli il diritto a manifestare e promuovere liberamente ed efficacemente le idee) fino ad arrivare alla riuscita della manifestazione dell’11 marzo quando circa 150 cittadini hanno simbolicamente “occupato” piazza Mantegna per un pomeriggio, anche se sottolineiamo come quel giorno l’autorizzazione per il gazebo fu concessa, facendo cadere in un colpo solo tutte le pretestuose motivazioni accampate dall’amministrazione e dimostrando come il divieto sia in realtà basato su una non meglio specificata volontà politica.

Una volontà politica molto insolita (eufemismo) e difficile da comprendere dato che da un lato l’attuale amministrazione, guidata dal Sindaco Sodano, si è resa responsabile della concessione della sala civica Isabella D’este per ben due volte ad associazioni e partiti neofascisti e razzisti (tra i quali Forza Nuova diretta da un ex terrorista nero degli anni settanta condannato per associazione sovversiva e banda armata) e dall’altra vieta le piazze del centro alle associazioni politiche, di volontariato e di promozione sociale e ai partiti, con operazioni oltre il limite della legalità amministrativa (della quale più sotto parleremo). Una condotta ambigua e pericolosa che dovrebbe far riflettere e far reagire tutti i cosi detti “moderati” e/o “liberali” che sostengono l’attuale maggioranza in consiglio comunale.

L’analisi giuridica

Se dal punto di vista politico la condotta dell’amministrazione si è caratterizzata su questo tema per l’arroganza e l’ambiguità, dal punto di vista legale-amministrativo viene alla luce l’incompetenza e a tratti l’autoritarismo dei provvedimenti presi fin ora.
Andiamo però per gradi e analizziamo innanzitutto la situazione attuale, dopo i divieti e le modifiche “in vigore” dallo scorso ottobre.

Allo stato attuale l’iter per l’occupazione di suolo pubblico prevede la trasmissione di una “domanda” sottoposta all’autorizzazione del Comune prima della risposta. Nella richiesta di occupazione non è possibile indicare piazza Mantegna, p.za. Marconi e p.za Erbe.

Vediamo invece cosa prevedono in realtà le norme legalmente vigenti.

L’insieme delle norme che disciplinano l’occupazione del suolo pubblico sono contenute nel Regolamento comunale per l’applicazione dl canone di spazi e aree pubbliche, approvato con d.c.c. n. 10 del 28.02.2008 (in particolare Art.6, riportato in fondo all’articolo) e che predispone un particolare modulo (EA41, ricordatevelo) per la comunicazione dell’occupazione di suolo pubblico per finalità politiche. Tale dichiarazione “costituisce titolo perl’occupazionenon essendo in alcun modo richesta, né necessaria, “l’emissione di alcun atto autorizzativo esplicito” da parte del Comune.

Questo regolamento, approvato dal Consiglio Comunale è ancora vigente, non essendo state approvate delibere per la sua modifica.

Il Sindaco ha infatti impartito disposizioni solamente verbali all’ufficio competente al fine di non far applicare le disposizioni del regolamento comunale esistente e pertanto tutte le autorizzazioni, in particolare quelle per le richieste di P.zza Mantegna, vengono regolarmente respinte. Tale ordine verbale ha inoltre  provocato il ritiro del modulo denominato EA41 –esercizio dei diritti politici – nella revisione del luglio 2011 – (come verificabile dal sito internet del Comune), imponendo in sostituzione, l’utilizzo del modello EA40 violando in tal modo il comma primo e secondo dell’art. 6 del Reg. Comunale specifico che prevede, per l’esercizio dei diritti politici, il solo deposito senza specifica autorizzazione.

A coloro che hanno provato comunque ad utilizzare il modulo EA41 è stato risposto dal dirigente competente dell’ufficio del Comune che tale modulo “è riservato solo ed esclusivamente ai periodi di propaganda elettorale” e che per “ragioni di ordine e sicurezza pubblica per i restanti periodi è stato sospeso in attesa di revisione del Regolamento COSAP” e sono stati pericò invitati ad utilizzare il modello EA40 (quello voluto dal Sindaco).

I vizi di questa risposta sono molteplici e sopratutto gravi, sopratutto perché provenienti da un dirigente del Comune e dimostrano l‘illegalità e l’illegittimità di tali divieti.

L’uso del modulo EA41 (quello che è stato ritirato) è perfettamente legittimo in quanto fa riferimento a un regolamento approvato dal Consiglio Comunale e tutt’ora vigente. Non si riesce quindi a comprendere con quali atti si è deciso che, diversamente da quanto previsto dal regolamento vigente, “il modulo utilizzato è riservato solo ed esclusivamente ai periodi di propaganda elettorale” e che “per i restanti periodi è stato sospeso in attesa di revisione del Regolamento COSAP“. Affermazione, quest’ultima, peraltro paradossale dal momento che, in uno stato di diritto, l’intenzione di modificazre una norma non può determinarne la decadenza o la sospensione dell’efficacia.

Quindi tutti coloro che in questi giorni e hanno allestito i propri banchetti in piazza Mantegna non hanno violato nessuna regola: hanno semplicemente ristabilito la legalità laddove era stata calpestata, inoltre, anche se si fosse violata una norma del regolamento, l’azione sarebbe comunque legittima sul piano politico in quanto rivendica (e mette in pratica) un più generale diritto alla libera espressione delle idee e del pensiero, diritto inalienabile della persona sancito dalla Costituzione.

Il futuro

Certamente il coordinamento non deve perdere l’unità mantenuta fino ad ora, uno dei veri punti di forza di questa esperienza. Dopo di che sarà importante far tesoro dei risultati raggiunti: le azioni di questi giorni e l’autorizzazione “strappata” per la manifestazione dell’11 marzo, sono tutti precedenti che devono essere fatti pesare maggiormente, anche sulla stampa tradizionale, per far venire alla luce tutte le contraddizioni e le irregolarità di questi divieti imposti illegittimamente. Non si devono però dimenticare anche le vie politiche: per questo motivo le forze presenti in consiglio comunale dovrebbero presentare al più presto una mozione sull’argomento, cercando di far leva e di coinvolgere gli elementi interni alla maggioranza in dissenso con l’operato del Sindaco (e ce ne sono).

L’importante è proseguire con la mobilitazione, tenendo alta l’attenzione dei cittadini e approfondendo la visione posta alla base dell’esperienza di #OccupyMantegna, che ha saputo far convergere tante e differenti realtà politiche e associative. Non si tratta infatti di una semplice questione di norme, le rivendicazioni comprendono anche la proposta di una città differente, una proposta che ad un centro chiuso e destinato solo allo shopping, oppone la ricchezza di uno spazio di partecipazione e di confronto, aperto a tutti e tutte: una Mantova che valorizza le proprie risorse associative eculturali fovorendone la crescita e non ostacolandone l’attività; una città che attraverso queste iniziative promuove nuove forme di partecipazione ed inclusione, efficaci mezzi per contrastare l’emarginazione e l’esclusione di sempre più ampi strati della popolazione, colpiti duramente dalla crisi.

Perché le piazze e le città sono di chi le vive ogni giorno, di chi le abita, di chi le anima.

Il prossimo appuntamento del “coordinamento” #OccupyMantegna è stato fissato per giovedì 5 aprile alle ore 18:00 presso il Centro Cavalletto, in via Tezze n.6 (Mantova). 

Art. 6
Disciplina delle dichiarazioni di occupazione di spazi ed aree pubbliche per la propaganda elettorale e per l’esercizio dei diritti civili e politici.
1. L’occupazione di spazi ed aree pubbliche allo scopo di esercitare propaganda elettorale ai sensi delle leggi 4/04/1956 n. 212 e 24/04/1975 n. 130 nonché per l’esercizio dei diritti civili e politici è gratuita e non è soggetta all’emissione di alcun atto autorizzativo esplicito.
2. Ove sussistano le condizioni sotto specificate dovrà essere presentata una dichiarazione, redatta su apposita modulistica che, una volta presentata allo Sportello Unico Servizi e protocollata, costituisce titolo per l’occupazione stessa.
3. La procedura di cui al presente articolo si applica per:

  • propaganda elettorale con tavoli, veicoli e gazebo aperti, per un massimo di mq 16;
  • esercizio dei diritti politici (raccolta firme per petizioni, referendum, presentazione candidature, ecc….);
  • esercizio dei diritti civili costituzionalmente garantiti.
  • Le occupazioni di suolo per gli scopi e con le modalità sopra indicate sono ammesse di norma per un massimo di mq. 16.

Dovranno altresì essere rispettate le seguenti condizioni:

  • l’occupazione di suolo pubblico per la propaganda elettorale può essere svolta a partire dal 30° giorno antecedente la data delle elezioni fino alle ore 24 del venerdì precedente il primo giorno dell’elezione stessa;
  • dovranno essere rispettate le norme speciali vigenti per la disciplina della propaganda elettorale;
  • dovrà essere garantita la circolazione pedonale e veicolare e, se l’occupazione avverrà sul marciapiede, dovrà essere lasciato libero uno spazio di norma di almeno m. 1,30 per il passaggio dei pedoni;
  • devono essere garantiti gli accessi alle civiche abitazioni, ai passi carrabili e gli affacci alle attività commerciali esistenti;
  •   non è possibile effettuare alcun tipo di vendita;
  • qualora fossero rilasciate per errore due concessioni per un medesimo spazio, la priorità è concessa a chi aveva presentato per primo la richiesta. L’altro titolare di concessione potrà occupare un’area diversa da quella assegnata erroneamente, d’intesa con la Polizia Locale.
  • devono essere rispettate le norme vigenti in materia di sicurezza e prevenzione incendi, urbanistica, nonché del regolamento locale di Igiene e del canone per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche;
  • dovranno essere acquisiti nulla-osta ed autorizzazioni eventualmente prescritti da altre disposizioni di legge.